La storia del calcio balilla: origini e significato del gioco
Tra tutte le numerose versioni dei tavoli da gioco ispirati al calcio, sicuramente il biliardino o calciobalilla è di gran lunga il più diffuso e popolare. Nell’articolo di oggi andremo a ricostruire, per quanto possibile, le origini del nostro gioco preferito.
La nascita del biliardino
Risalire ad una origine certa del calciobalilla è molto complicato, in quanto nel corso degli anni diverse nazioni rivendicano la sua paternità ed andare a ricostruire le fonti è difficile, dal momento che spesso sono contraddittorie.
Iniziamo mettendo un punto fermo; il primo brevetto fu depositato da Harold Searles Thorton nel 1923. L’idea gli venne dopo che assistette ad una partita dei Tottenham Hotspurs, squadra di cui era un gran tifoso; il suo obiettivo era quello di ricreare una versione del suo sport preferito per poter giocare comodamente anche a casa. Prese dunque una scatola di fiammiferi e, infilandoli perpendicolarmente, pose le basi per la creazione del calciobalilla. Suo zio, Louis P. Thorton brevettò lo stesso gioco negli Stati Uniti nel 1927; ci vollero però almeno 30 anni prima che il biliardino si diffuse oltreoceano.Tuttavia, come detto in precedenza, l’origine è tutt’ora incerta. Infatti, molti ritengono che l’inventore del calciobalilla sia Broto Watcher, che avrebbe avuto l’idea a metà tra gli anni ’20 e ’30. A sostegno di tale tesi c’è il fatto che in America il gioco si chiama foosball, trascrizione inglese del tedesco fusball(tedesche sono anche le prime esportazioni negli Stati Uniti).
Un’altra versione della storia è che, contemporaneamente alle versioni tedesche ed inglesi, anche in Francia venne creata, in maniera indipendente, una versione del calciobalilla. Un operaio della Citroen, Lucien Rosengart, l’avrebbe inventato per i propri nipotini addirittura verso la fine dell’800. Secondo altre fonti (gli autori del manualetto Le Baby-foot, Nicolas Dubois e Richard Lablée), fu Auguste Sarraut, primo presidente della Confederazione Francese dell’Automatico, che avrebbe introdotto un biliardino denominato “Champion”, tuttora prodotto.
Anche i belgi rivendicano la paternità del gioco, attribuendola a G.Staav; i belgi possono dimostrare e vantare che il primo torneo ufficiale di calciobalilla sia stato realizzato nel proprio paese nel 1950, in un piccolo bar con poche squadre.
Ma la versione più romantica è sicuramente quella che attribuisce l’invenzione al poeta, filosofo, ballerino e oppositore del regime Franchista (nonché uno dei primi dirottatori aerei della storia), Alejandro Campos Ramirez detto Finisterre. Il suo nome è proprio legato al futbolìn, il nome spagnolo del calciobalilla; fu lui ad aver brevettato la versione spagnola nel 1937 (quella con i giocatori con le gambe separate, non unite come invece è nel resto d’Europa), e ad aver giocato una partita con Ernesto Che Guevara.
Si narra che durante la sua convalescenza ospedaliera a seguito di una ferita ad una gamba riportata nella guerra civile, notò che la maggior parte dei suoi compagni di sventura, per la maggior parte adolescenti come lui, avevano riportato amputazione degli arti a seguito delle ferite, rendendoli inabili al gioco del calcio. Essendo appassionato di Ping-pong, pensò di adattare questo gioco al calcio, e con l’aiuto di un carpentiere della zona creò e registrò la sua invenzione nel 1937 a Barcellona.
Con la vittoria di Franco a guerra finita, scappò in Francia attraverso i Pirenei, perdendo il prezioso documento che attestava la sua invenzione. Tuttavia, è indubbio che Finisterre abbia dato un contributo fondamentale a questo gioco; è infatti idea comune che sia stato proprio lui a perfezionare la versione moderna del biliardino.
E in Italia? È un altro francese, Marcel Zosso, ad essere passato alla storia in Italia come colui che portò per primo il calciobalilla nel belpaese, anche se, ad onor del vero, alcune fonti citano un anonimo artigiano di Poggibonsi che nel 1936 avrebbe realizzato un primo prototipo.
Il sig. Zosso, natio della Francia, si recò ad Alessandria dove con l’aiuto di un gioielliere creò una sua versione del gioco nel 1947, chiamando la sua azienda “Sport-foot” e lo diffuse nel sud della Francia riscuotendo successo. Si ripeté in Marocco insieme al famoso pugile Marcel Cedran. Qualche anno dopo, nel 1949, ritornò nel capoluogo alessandrino (sul suo ritorno si romanzò parecchio, alcuni dissero perché irretito da una giovane dai facili costumi, altri perché incarcerato nel carcere di Alessandria nel quale sarebbe stato il responsabile di falegnameria), dove grazie ad alcuni produttori di mobili, la San Giorgio, e grazie alla Dalmine di Torino che gli fornì i tubi in acciaio per le aste, produsse i primi 50 calciobalilla in Italia (assemblati a quanto pare dai detenuti del carcere).
La diffusione del gioco poi ha una genesi controversa ma la versione più accreditata è che il signor Zosso fu anche il primo noleggiatore della storia. Ebbe l’idea di “affittare” il gioco alle attività, dividendo i proventi. Dal 1951 al 1954 ad Alessandria si produssero 12000 biliardini, di cui 6000 venduti e 6000 noleggiati. Nasce l’epopea d’oro del calciobalillache da lì in avanti raggiunse una popolarità che si conserverà nei decenni successivi (la storia della diffusione del calciobalilla in Italia è tratta dal libro “Il Calciobalilla di Rossetti-Tosetto).
I primi biliardini e le loro caratteristiche
Oggi come oggi siamo abituati a pensare al biliardino in un modo ben preciso. Infatti, come abbiamo scritto nel nostro articolo riguardante dimensioni e caratteristiche del calcio balilla, esistono degli attributi “standard”. In realtà, non è sempre stato così e, anzi, il biliardino che oggi conosciamo è frutto di un lungo percorso di cambiamenti e modifiche. I primi biliardini vennero probabilmente prodotti ricavandoli da una cassetta di legno con il fondo in cartone, con le aste, gli omini e le manopole in legno e la pallina in sughero.
Quando si diffuse in Italia alla fine degli anni ’40, le aste in legno erano già state soppiantate da quelle in metallo.
Negli anni Cinquanta ci fu una rivoluzione nella produzione dei componenti; la Reta, azienda alessandrina di stampaggio plastico, produsse le prime boccole e i primi ometti in plastica, producendo poi negli anni successivi anche le prime manopole e palline, sempre in materiale plastico.
Negli anni Sessanta vennero introdotte le prime aste rientranti dall’azienda Fasna, negli anni Settanta vennero creati i piedini regolabili, gli angolari in plastica in quattro pezzi e negli anni Ottanta le prime boccole con sfere in acciaio inox ingabbiate. Successivamente vennero introdotte negli anni successivi piccole innovazioni di gioco, come le manopole FAS, un nostro brevetto, per cercare di professionalizzare sempre di più il gioco.
La diffusione del biliardino in italia e nel mondo
Il calciobalilla, essendo una variazione in miniatura del gioco più popolare del mondo, non ha faticato a fare fortuna nel mondo, eccezion fatta per gli Stati Uniti, che hanno recepito il gioco in ritardo rispetto alle zone più avvezze al gioco del calcio. Infatti, se a partire dagli anni Cinquanta il biliardino si è diffuso molto rapidamente e ha goduto di popolarità pressoché costante, in America, nonostante la precoce introduzione e il fatto che i soldati americani di stanza nel vecchio continente fossero abituati al gioco, fu accolto molto freddamente. Fu solo verso l’inizio degli anni Settanta che il calciobalilla si diffuse finalmente negli Stati Uniti, diventando, grazie ad una federazione particolarmente attiva e grazie a ricchi premi in denaro, un gioco iconico anche per le famiglie a stelle e strisce.
In Europa ed in Italia si diffuse come detto fin da subito, tanto che i primi tornei si svolsero negli anni Cinquanta, con una piccola flessione dovuta all’introduzione del Jukebox, che però non riuscì a frenare l’inarrestabile ascesa di uno dei giochi preferiti da grandi e piccoli.